Corsi e ricorsi storici. Quante volte abbiamo sentito negli ultimi anni accostato il nome di Adrian Newey alla Ferrari? Tante.
A volte il motorsport ha storie nascoste che escono solo dopo molti anni e questa è veramente incredibile. A rivelarcela è Bobby Rahal.
Anno 1985. Ad Enzo Ferrari
La formula 1 turbo non piace molto. Vuole spingere la federazione a cambiare il regolamento tecnico e vuole il ritirno degli aspirati. Con un colpo di teatro pensa di portare la rossa in Indycar lasciando il circus mondiale.
Inizia i primi approcci col mondo americano tramite il Truesports team di Bobby Rahal, uno dei migliori di quel periodo.
Enzo vuole capire come funziona il mondo americano ed invita il team Truesports a spedire la loro March ed i loro tecnici a Fiorano per un test.
Test che viene effettuato sia da Rahal che da Alboreto.
Il passo successivo è quello di costruire una vettura indycar.
E qui entra in gioco Newey.
Adrian era l’allora ingegnere tecnico del team di Rahal. 25enne di già grande spessore e che da subito dimostra il genio che lo contradistinguerà.
Bobby Rahal, in un incontro privato a Fiorano col Drake, propone Newey come progettista ad Enzo per la vettura che la Ferrari doveva fare per il campionato Indycar.
Si parlò di un progetto a lungo termine per la rossa in America sotto il progetto e guida tecnica proprio di Adrian.
Ma poi alla fine il Drake scelse Gustav Brunner che di base copiò la March del Truesports lasciata a Maranello.
La storia poi la conosciamo tutti. Il drake con questa mossa ottenne quello che volle con la federazione della F1 e la Ferrari indycar non corse mai.
Newey rimase a farsi le ossa ancora un paio d’anni in America prima di tornare in Europa con la March Leyton House.
Incredibile come i destini di Ferrari e Newey fossero stati più vicini all’ora che in tutti questi anni.